Il fascino di questo quartetto di Chicago lo si deve osservare in modo panoramico, tra l’ottimo esordio di
Heart Of The Sun nel 2015 e dopo soli 7 mesi di questo
Shadow Of The Moon, e giova parlarne come entità unica anzichè per singoli dischi.
Il vocalist Brendan Folliard torna sui temi scuri dell’esordio con 'passeggiate inferenziali' nell’americana, più chitarristico (grazie a Matt Fricks), ma stessa cura della melodia, tra un linguaggio espressivo e l'altro i
Railway Gamblers spingono
Shadow in My Soul,
World On Fire e
Last One Around ad 'aprirsi' verso una sistematica interazione con le radici del country, riconoscendo come si adatti anche al rock con medesima aderenza nella granulosa
Over and Over e in
Out in the Streets.
Stili che confluiscono e si sedimentano trasversalmente in Shadow Of The Moon, per cristallizzarsi alla bisogna in ballate dalle due facce (
Time Catches Up With You e
Keep You Calm) mentre nella piacevole
Gimme a Wheel (Roll Me Back) s'incontrano e si elidono reciprocamente per dar vita a nuove forme con una malinconica armonica o affidandosi alla pedal steel guitar nella conclusiva
A Waltz (In the Shadow of the Moon).
Il piacere che continua a tendersi, a stirarsi, ad allungarsi, a rischio di spezzarsi, ma non è il caso dei Railway Gamblers.