LUTHER DICKINSON (Blues & Ballads. A Folksinger’s Songbook: V. I &II)
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  Recensione del  17/02/2016
    

Blues & Ballads è un ambizioso doppio album (l’edizione vinile è da preferire), riscrive 21 brani a ripercorrere la tradizione Americana, con ballate folk/blues scritte insieme alla blues/rock & roll band dei the North Mississippi Allstars, ma non è un greatest hits, è qualcosa di personale che cresce nel rurale Mississippi.
Luther Dickinson sceglie la strada dell'oscillazione costante fra un suono acustico nel cuore del delta blues e un accorato quanto semplificato melodismo per chitarre, violino, piano e banjo, ma senza scarnificare le componenti sentimentali, con un'asciuttezza melodica al quanto affascinante della slide guitar tra le mani di Jason Isbell (egregio il lavoro in Up Over Yonder), e a proposito di special guests se ne contano parecchie in Blues & Ballads. A Folksinger’s Songbook: Volumes I & II (spiccano Jimbo Mathus al banjo e JJ Grey ai cori).
C’è anche Mavis Staples che apre Hurry Up Sunrise, una intensa sospensione di suoni riverberati come in Mean Ol' Wind Died Down e giocati su effetti ad eco con la chitarra di Luther Dickinson che si ritaglia intense isole acustiche (Moonshine, How I Wish My Train Would Come e Jackson) nella quali dolci percussioni, banjo o tastiere si limitano a ruoli di puro sfondo.
In Blues & Ballads Vol. I resta fondamentale il ruolo della slide guitar, Ain't No Grave, Let It Roll e apre il Vol. II con la strumentale Horseshoe (Reprise) andando a dipingere intriganti scenari nel delta del mississippi in Highwater (Soldier) e Mojo, Mojo, cupi e spigolosi in Storm e Devilment, ma è un continuo muoversi nel blues (classico in Blow Out, intimo e riflessivo nei brani finali) quasi dibattendosi per dare un senso a dettagli comprensibili che se presi uno a uno rappresentano il 'tutto' di Blues & Ballads. A Folksinger’s Songbook: Volumes I & II.