Psychedelic classic rock dall’Olanda, il frontman Pablo van de Poel si prodiga a ravvivarlo, una scelta che i
DeWolff provano a portare avanti da una decina di anni e 6 dischi con
Roux-Ga-Roux, seppur a un primo ascolto rischia d'apparire perfino logora, una voce duttile è pronta a plasmare uno spazio scenico che riesce a essere intrigante tra
Black Cat Woman e
Sugar Moon.
Una bipartizione, fra tempo passato e tempo presente, in una sorta di rimpallo, di duettare continuo fra hammond e chitarre, uno scoperchiare persistente di stralci dei bei tempi andati, nel caso di
Easy Money,
Stick It to the Man e
Lucid si fermano al cuore dell'iconografia dei favolosi anni '70, nel girotondo tra
Baby's Got A Temper,
Love Dimension e
What's the Measure of a Man, avvicinandosi senza il rischio di finire stritolati negli 8 minuti di
What's the Measure of a Man e
Tired of Loving You.
Non restano a distanza di sicurezza i DeWolff, una superficie consolidata dentro la quale l’ascoltatore riesce ancora a posizionarsi e la conclusiva
Toux-Da-Loux è lì a sincerare che la traiettoria non sbandi su altre armonie del tutto periferiche a quella di Roux-Ga-Roux.