Un uso disinvolto dell’armonica, ricorrendo alla pratica della slide guitar come bricolage, in una libera associazione di stili,
Moon Turn Red è un interessante mélange di idee e prospettive sul blues anche incompatibili tra loro ma il trio canadese dei
MonkeyJunk spolpa a dovere tali strutture.
La chitarra di Tony D e l’armonica del vocalist Steve Marriner giocano subito carte vincenti in
Light It Up e
You, non ci pensano su minimamente: attaccano e fanno. E in tal modo coesistono. Pensandoci bene, era già la condizione fondante del precedente All Frequencies.
Show Me Yours,
Love Attack e
Hot Hot Papa sono caratterizzate da un ‘montaggio’ veloce e frammentato, da una luce sgranata e giocata sul calore amichevole e confortante dai toni funky, ma Moon Turn Red esalta le prospettive, le geometrie dei MonkeyJunk sul blues/rock, elevando al quadrato la sensuale libertà delle chitarre.
Live Another Day si impone per una ricercatezza formale della melodia, deliziosa la ballata di
Learn How To Love (con la voce di Kelly Prescott al coro), dove il meccanismo è come sempre quello della dilatazione dei tempi della slide guitar circonfusa dai colori desaturati dell’armonica, ma anche il finale di Moon Turn Red è un territorio ricco a priori: punge
Lucky One, l’incisiva
Travelin' Light illustra a dovere i punti di forza dei MonkeyJunk così come dalle ‘falle sentimentali’ di
Meet Me At Midnight tirano fuori magici assoli alla chitarra.
Immerse in climax sonori convulsi e trasognati, i MonkeyJunk saldano definitivamente il blues a Moon Turn Red.