DRIVE-BY TRUCKERS (It's Great To Be Alive!)
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  Recensione del  22/11/2015
    

3 magiche notti nel Novembre del 2014 al San Francisco’s Fillmore Auditorium, 3 cd, 35 canzoni per il testamento dei Drive-By Truckers.
L’incipit di Patterson Hood è immersivo :“Every night is important. Every show should be played like it’s the most important show we’ll ever perform … Play it like we might die before morning. Play it like it’s the last show we’ll ever get to play. It just might be” e il quintetto (con Mike Cooley, Brad Morgan, Jay Gonzalez e Matt Patton) inizia a correre con Lookout Mountain e Where The Devil Don't Stay (brani che volano sul selciato di It’s Great to be Alive!)
Certo si fermano, rallentano, ma ripercorrere 20 anni di storia e un catalogo di 10 dischi è dura, ma quell'incipit ascoltando Marry Me e Shit Shots Count all’avvio del cd 2, si radicalizza in un crescendo magnetico e ansiogeno insieme.
It’s Great to be Alive! vive e cresce su se stesso come una formazione corallina, per accumulazione, brillano Runaway Train, i 7 minuti di Putting People on the Moon e Goode's Field Road, insieme ad Uncle Frank e Get Downtown (che apre il cd 3) frugano nella memoria e offrono un'ottima opportunità per scavare nel passato e per constatare che i Drive by Truckers non hanno un pedigree e non è mai puro: l'ibrido e la contaminazione tra rock sudista e le radici del country non sono un limite, bensì parte integrante della loro esistenza.
Pronti a deformare le melodie, accelerare, fondere vita e rock in Ronnie and Neil e Girls Who Smoke, sempre bello ascoltare Gravity's Gone, Hell No, I Ain't Happy e Three Dimes Down, prima di chiudere con Zip City e l’epica Grand Canyon di ben 13 minuti.
I Drive-By Truckers confezionano un disco impeccabile. Se (per uno strano e non giustificabile motivo) non li avete mai ascoltati, è il momento di approfittarne.