Un balzo per il quartetto dei
Case Hardin, un disco di quelli che si incidevano anni addietro, ambizioso per come riduce il rock ai minimi termini negli 8 minuti iniziali di
Poets Corner, per quel lento movimento tra percussioni e pianoforte, e poi le chitarre, usate con tanta parsimonia, lo scorcio necessario che occorre perché si abbia il tempo di ascoltarle, prima che il ritmo penetri nella coscienza di
Colours Simple.
A nord di Londra, Pete Gow fa le cose come si deve insieme alla chitarra di Jim Maving (gran lavoro quando elettrifica la malinconica
These Three Cities e poi passa all’acustica steel guitar in
Roll Damnation Roll) il resto è un bel disco di rock & radici folk/country, Colours Simple non ubriaca mai, non provoca la sensazione che ci sia stata somministrata una dose eccessiva.
Ci si meraviglia, certo, ma si rimane lucidi tra i riffs deliziosi di
Do I Still Have To Feel This Way,
The Streets Are Where the Bars Are e
Cheap Streaks From a Bottle (con una sezione fiati che non stona) e ballate molto ricche come
A Mention In Dispatches e quelle più introspettive,
High Rollers e la conclusiva
Another Toytown Morning.
Davvero intrigante il modo in cui Colours Simple calibra scatti di energia accompagnati da brevissimi momenti di stasi acustica.