Da tempo sulla scena del texas blues a Dallas, lì
Janky (ovvero
Scott Lindsey, chitarrista dei
The 1969s) con la benedizione del
Reverend KM Williams, spinge sul blues del Mississippi.
L’armonica spiritata di
Crazy Ain't No Excuse imposta immediatamente un rapporto di stampo peritestuale con
Them Grackels: lo affianca, lo conforma, lo deforma, ci sta letteralmente accanto, ne seguono ruvide impasti nella musica del Delta di
Louisiana Beer Stains e le acide chitarre la rigettano all’ascoltatore come se fosse una palla di cristallo lanciata contro il muro.
A voi raccogliere i pezzi che paiono propri, il rapporto con il Mississippi Blues è uno/uno, chitarre e armonica prendono ancora il sopravvento in
The Devil Came Betwixt Us e
You Are A Libertine, un suono bipartito, in cui due piani s'incrociano secondo un modello di corrispondenza imperfetta e l'amore si perde in una dimensione straniante e mutevole, nell’avvolgente melodia che
I Believe irradia c’è una compresenza continua o un gioco di scatole cinesi, un'emersione che proietta Them Grackles in alto.
Them Dogs Are Comin',
Black Water Roots e
Lord Don't Like It per scrivere solo con il corpo del blues.
Sul corpo, nel corpo, sotto il corpo del bues.
È sempre Janky non è cambiato nulla, affonda brillantemente nel delta mississippi in
Too Much Jonesin', cupa, graffiante negli 11 minuti di
My Pops Talks Jukes lungo una trama dove la melodia si trasforma in astrazioni psichedeliche dai colori accesi, con
Keep Runnin', Mississippi a installarsi perfettamente nell'atmosfera inquieta e moderna di una terra nel suo carattere così ritmico, nella sua forte ripetitività è al tempo stesso correlato della circolarità del ritmo in
Reverend Kim Williams Jam.
I 7 minuti finali di
Gonna Get Up On My Way protendono in lugubri e avvolgenti fasce sonore, si distingue il movimento di Janky con i suoi impasti strumentali vitrei, i ritmi aguzzi e scattanti e le sue sapienti attese, e lì Them Grackles dà il meglio di sé.
Adesso potete tornare alla vita e a (ri)cominciare a soffrire.