La
Delta Road del bluesman dell’Iowa
Bryce Janey è aspra come i paesaggi rocciosi disegnati dalla chitarra, piena di laconici riff potenti come un raggio di sole cocente, di quelli che seccano tutto in pochi istanti.
Ancora un disco dove tutto funziona: la stoffa del songwriter è di qualità, la chitarra è pesante ma corposa, in Delta Road s'incastrano come i tasselli di un ruvido puzzle di blues/rock, di quelli dove la parte concava sembra corrispondere a quella convessa.
Una strada quella di Delta Road a senso unico nella splendida
Title track, a due sensi in
Keep Marchin' On,
World Of Trouble e
The Old Guitar, armoniche ed equilibrate, verso un bivio (tra riff diversi in
Shake The Walls (With Foot Stompin' Music) o con il passato nella brillante
Feel Like A Stranger).
Altri brani sono come piazze, da cui si possono prendere molteplici direzioni,
Better Off The Blues,
Same Old Thing e
Lonesome Highway- e una volta che se ne sceglie una, Delta Road può non apparire più lo stesso, oppure ritrovarsi uguale più avanti.
Difficile che Bryce Janey ci possa anche condurre a sensi vietati e istituire un tempo senza senso (adirezionale, indecifrabile), perché in Delta Road non c’è frenesia, come quando ci si accorge che il tempo sta per finire e le cose da raccontare sono ancora troppe, una ballata che non si guarda indietro,
Time Doesn't Wait, ma gli si va dietro, come a
Hellhound On My Trail. Difficile perdere la pazienza.
Delta Road, da ascoltare, meditare e apprezzare.