Pride of June non rivela subito l'identità della location del quartetto dei
Bedrock Radio, ma Josh Monfredini, Brad Bryant, Mike Perez e Dan Stanton, stagionati giramondo, amano il Rock n' Roll dei bassifondi metropolitani, quello legato a un futuro senza tempo, e mai come in
Cold Night e
Big Wheels il tutto sembra ricomporsi in un'armonia, da cogliere nella sua pienezza di significato.
Malinconia e amori irrequieti circondati da preziosi giochi elettrici,
Wide Open è avvolgente, colpisce indubbiamente l’ascoltatore con un magma sonoro di pregiata fattura,
If It Looks Like You're Leavin', la scelta di un hit country da rimodellare
That's How I Got to Memphis, al piano dolce della conclusiva
Trouble che brilla particolarmente in
Sierra, disegnano pregevoli traiettorie parallele alla nostalgia, terreno battuto dalle chitarre e perpendicolari ad essa, e si fa precisa in un accattivante refrain, voluta scelta di stile che prorompe in una oggettiva a pendolo mai ardita sul passato del rock (dalla trascinante
Bakersfield, a
Get Up Jake, alle stoppose
On Fire e
Scary).
Pensi ai
Whiskeytown mentre rivivono e torna a splendere
16 Days, ma pensi anche ai Bedrock Radio perchè meritano più di uno spazio, di un tempo da accordargli e anche se i negozi di dischi con lo scaffale ‘Rock’ ben fornito non esistono più, andatevelo a cercare, Wide Open.