HOGJAW (Rise to the Mountains)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  09/09/2015
    

4 dischi dal 2008, lavori di tutto rispetto, ma troppo invasivi quando si moltiplicavano nello spazio del rock, ma la band di Jonboat (JB) Jones sembra aver trovato il giusto compromesso con Rise to the Mountains.
Le chitarre debordano come in passato, ma stavolta non tracimano mai e, anche quando la musica s'impone, si coagulano attorno ad attimi isolati di grande forza, prendiamo i cambi di ritmo e lo spazio dato alla steel guitar tra gli 8 minuti iniziali della Title track dove si aprono le porte di accesso allo spazio di visione a Rise to the Mountains.
Come disposte ai lati di un lungo corridoio, una stanza ancora da occupare nel finale della riflessiva Grey Skies, ma dove trovare chitarre scintillanti, con cui ricacciare con forza il rock, dargli 'suono' in Leavin Out the Backside e Over for You Know It, e attraversarlo con invidiabile freschezza in Where Have You Gone, una volta ancora insieme all’altra chitarra di Jimmy Rose.
Una luce diffusa che tende a omogeneizzare gli elementi di Rise to the Mountains, li riempe ma gli Hogjaw sanno come sfumarne i contorni, azzerandone i contrasti negli 8 minuti di un’energica ballata, e I Will Remain pian piano assorbe l'intero spazio di Rise to the Mountains, fatto di lugubri assoli spalleggiati dai tremolii sospesi nella tensione di Fire, Fuel & Air e Another Day, Second to None e The Smoker.
Strade ruvide, di chi come gli Hogjaw rifiutano la sottomissione alle diverse forme del rock, conservando la propria coerenza.
Un disco corrosivo quanto basta, licenzia un ‘manuale che si legge’ in 50 minuti (ma che si rumina per più giorni e settimane) ad uso di quanti vogliano acculturarsi in materia o semplicemente ripassare a passo di carica, il rock.