Cresciuto nel Connecticut ma di casa in Israele, la terra che lo ha adottato insieme ad una Gibson 335, una Fender Telecaster e una Stratocaster.
Lazer Lloyd è un chitarrista blues al terzo disco (nel passato un trio, Yood, con un paio di album) dal 2004 solista a raccontare in note, con allusioni e impronte dei tempi che corrono, un florido e concreto rock/blues.
Burning Thunder inizia a graffiare, ma la risposta di Lazer Lloyd è che questa ‘roba’, con le sue false superfici levigate (
Suffering) e con le sue profondità (l’armonica che spinge
Rockin' In The Holy Land e le intriganti ballate,
Never Give Up, una indovinata rilettura di
(Sittin' On) The Dock Of The Bay e
Broken Dreams) è capace di segnarti la vita.
Lazer Lloyd lo fa con certo strabismo, un occhio al sentimento, un occhio all'impegno politico, che sembra essere lo specchio del costume tra America e Israele, ed arriva a bruciarsi durante
Out Of Time,
Love Yourself e
Set My Soul Free, quasi fosse vittima del calore sprigionato dalle chitarre.
La splendida
Moroccan Women e
Time To Love rivelano la capacità di tenere la rotta di Lazer Lloyd, facendo affiorare la circolazione di una vitalità sotterranea, di emozioni forti e temerarie passioni nella conclusiva bellezza di
Whole Heart: con il blues a far da motore primo dell'azione di Lazer Lloyd.