‘Rock n’ roll spirit’ da un duo di Kiev, Ukraina, marchiato da influenze anni 60'-70' a costruire a suon di chitarre l’isola felice di
Lie, destinata a essere erosa da Max Tovstyi e Daria Gavryliuk.
Al secondo disco i
Crawls si lasciano risucchiare da un magma di visioni frammentate nello spazio del rock (
I Been Down), caricandole di un senso di nostalgia verso lo psichedelico di
I Can't Say che apre un quartetto -media 6 minuti- (
Letters To The Past,
Lie e
Lonely Day Blues) capace di rendere più incisiva e profonda la presa dei Crawls sul rock.
Estendendo il volume delle chitarre e soprattutto connotando l’'offerta' di Lie come una specie di pedaggio pagato per chiudere
Need Your Lovin', senza fretta e troppe complicazioni, Lie, con grumi di sano rock ‘n roll in
Ninety Nine, e armoniche escrescenze materiche in
The First One e così via… scivola mantenendo inalterati i 'ruoli' dei Crawls.
La loro posizione è uno spazio rumoroso, ruvido nelle sue sonorità che aggredisce la scena fino ai 6 minuti di
When I Found Out.