Terzo disco per il chitarrista di Chicago
Davy Knowles ex leader dei Back Door Slam, con
The Outsider libera vigore e passione, apre con la memoria a Johnny Cash nella coinvolgente
Ain’t No Grave, il testo scintilla di parole, di riff, che si arrangiano liberamente in ogni direzione e una volta emersi in primo piano, illuminano con i colori del rock
Uprising, la ruvida
Work A Little Harder e
Overload.
Intriga The Outsider, l’elaborazione melodica della ballata
Self Entitled Man viene ripresa in
Island Bound e sviluppata nella cruciale
What Doesn't Kill You, certo alle chitarre Davy Knowles affida il compito di ampliare la portata di The Outsider, questo desiderio di ripiego riparte con
Catch The Moo, per farne un progetto per
The Outsider, la Title track.
Il livello qualitativo è alto, calibra le ballate sulle tonalità essenziali delle steel guitars,
A Million Miles Away, e si alternano con audaci abbinamenti di tinte sature di sano rock ‘n roll,
In A Little While, e di cromatismi bluesy nelle bonus tracks tra
Pastures Of Plenty di Woody Guthrie e l’acustica
I Knew She Was A Liar (But Would Never Call Her A Thief).
Non ci sono toni sopra le righe in The Outsider, domina la melodia, garantita dalla voce profonda della chitarra. E questo basta.