CHRIS STAPLETON (Traveller)
Discografia border=Pelle

        

  

  Recensione del  30/05/2015


    

Traveller. Il movimento, una questione di viaggio, di transito in superficie per il songwriter Chris Stapleton, da Nashville, un passato come vocalist per la bluegrass band dei The SteelDrivers, ancora disponibile a 'pedinare' il country, decide di fermarsi, prendere fiato e calcolarne il prezzo.
Traveller ne aggiorna il passato con accorgimenti formali destinati a prolungarne l'effetto, all'interno di questa parentesi Chris Stapleton spinge su una gran voce e alla luce naturale di un songwriting esposto al sapore acido dei postumi di un'ubriacatura.
La Title track presenta un vagabondo che ama spostarsi da un luogo all’altro, senza sosta, e la pedal steel produce la traiettoria più o meno lineare del viaggio lungo il quale si muove una splendida country ballad.
Traveller è una galleria di quadri comunicanti, secondo un disegno di puro accumulo che accosta stimoli multipli, una magia riprodotta all'infinito quando bruciano le ballate, da Fire Away a Whiskey and You, e nel mezzo una perla come Tennessee Whiskey.
Registrata da George Jones, è la storia di un uomo con problemi di alcol che viene salvato dall’amore della sua Vita.
Una Lei, paragonata a un dolce ‘strawberry wine’, calda e avvolgente come un Brandy.
Parachute e Might As Well Get Stoned aprono al rock, al crepuscolo selvaggio del deserto Texano in Nobody To Blame, dove l’armonica segue la telecaster tra tortuosi percorsi sentimentali che vanno a specchiarsi nel whiskey della seducente The Devil Named Music, alle riflessioni di un periodo della vita in Was It 26, dove la vita va goduta momento per momento perché non sai mai quando può finire, interrotta dai titoli di coda come da uno schioccare di dita.
La pedal steel e il piano sono invece la chiave di When the Stars Come Out, la immergono nel country, dove parole pulite e sogni definiscono un'atmosfera distante dalla realtà e remota.
Ancora ballate che vanno a segno, More of You, col mandolino e la moglie Morgane a solcare una storia d’amore, e poi l’armonica nell’emozionale Daddy Doesn't Pray Anymore a porre in primo piano le soluzioni di una penombra psicologica/religiosa che si rivela altro elemento affascinante.
La scrittura di Chris Stapleton rivela anche nel finale di Traveller una continua, incessante riscrittura del western, delle storie di frontiera con personaggi di frontiera che piacerebbero a Merle Haggard, Kris Kristofferson e Billy Joe Shaver, quella selvaggia Outlaw State of Mind e da uno ‘smoky barroom’ del Mississippi, la tenebrosa Sometimes I Cry.
Traveller e si va, quel tanto per lasciare fuori della porta un mondo che non ascolta, non si comprende, forse nemmeno si ama.