I 6 minuti di
Roy's Gang, dall'indubbia sapienza strategica nella distribuzione dei picchi timbrici, aprono in maniera ambiziosa
Sonic Soul Surfer.
Il nuovo disco di
Steve Seasick ripercorre strade sterrate e polverose della campagna rurale americana verso una fattoria - studio di registrazione dove insieme alla chitarra di Luther Dickinson (lo spalleggia in un paio di brani), restituisce il meglio del mississippi delta blues, lì dove la temperatura ritmica e dinamica tra la slide e la cigar box guitar è capace di surriscaldarsi con violente repentinità.
Bring It On e
Dog Gonna Play assumono il ruolo di casa itinerante per le melodie di Sonic Soul Surfer, come se osservando da una sua finestra, ci si distaccasse, in qualche modo, da un mondo ostile e incomprensibile, rapiti da rivelazioni di nuovi luoghi, dalla california della brusca
Summertime Boy, al profondo Sud nella placida bellezza di
Swamp Dog.
Steve Seasick va alla ricerca della luce delle chitarre, e le trova sempre puntuali, nei giri ipnotici e ripetitivi di
Sonic Soul Boogie, mai definirli un ostacolo, quelle ripetute sequenze alle corde in
Barracuda '68 a inventarsi un angolo segreto dove tutto ciò che avviene viene riprodotto come 'teatro'.
Lì Sonic Soul Surfer s'illumina con morbide luci calde,
We Be Moving, un po' fumose nella vorticosa
Your Name, oggetti e volti dal Mississippi sono sempre sfocati, il dolore si acquieti nell'alcol, nella musica, nel calore di una ballata come
Heart Full Of Scars.
Mississippi, dove la terra trema e in profondità scorrono queste forze e questi diversi vettori che danno forma a Sonic Soul Surfer.