Interessante l’idea di
Anders Osborne di combinare il ‘blues guitar’ dei
North Mississippi Allstars con il rilevante lato melodico del songwriter di New Orleans.
Freedom and Dreams certo si spezza, letteralmente si 'fa in due', con la conseguente, inevitabile messa in valore della sua metà sonante affidata ai fratelli Luther e Cody Dickinson (batteria e chitarre).
Il Blues caratterizza l’apertura di
Away, Way Too Long e la chiusura di
Junco Parda, all'interno di Freedom and Dreams si espandono impulsi elettrici che non seguono binari di accertata previdibilità (compresa la strumentale
Brush Up Against You), aggraziano la splendida ballata di
Back Together e
Many Wise Men, e aprono una ferita davvero profonda nella carne insapore - plastificata e digitalizzata – della musica offerta al semplice consumo.
Le chitarre tirano
Lonely Love,
Katrina,
Shining (Spacedust),
Annabel verso una malinconia abissale, che quasi si vorrebbe che le ore si fermassero, che le cose rimanessero come sono e come sono sempre state, che niente progredisse e crescesse, se non la note in
Dyin' Days e
Kings and Peasants.
E in questo suo volerlo a tutti i costi svuotarlo e limarlo risiede (forse) il fascino di Freedom and Dreams.
E ti rimane dentro.