Electric Field Holler, fumoso guitar rock/blues anni ’70, l’universo preferito da
Anthony Gomes che risulta tanto vivido e cospicuo da sollecitare la tendenza dell’ascoltatore a posizionarsi al suo interno.
Bilancia bene un songwriting ben calibrato tra rock e blues, dentro le vigorose
Turn It Up! e
Back Door Scratchin', la chitarra si incastra facilmente, c’è bisogno di qualche riffs per capire il disegno di
Whiskey Train, più ampio e muscolare in
Blueschild e
Losing Game.
Un immagine chiara quella di Electric Field Holler, un disco di allargamenti progressivi sul rock che Anthony Gomes riesce brillantemente a evitare, sviare con la magnetica
Nowhere Is Home, poi da stornare ogni volta che sembra assumere una direzione precisa nel blues acustico dal Mississippi di
The Blues Ain't The Blues No More.
Junk In The Trunk scansa il romanticismo deteriore della nostalgia per un rock andato perduto, riuscendo a rimetterlo in gioco nella sostanza e proporzione del suo essere in
Love Crazy,
Red Handed Blues e la conclusiva
Listen To The Universe.
Chi lavora col passato sa che quest'eventualità fa parte del gioco, ma non si può parlare certo di rischi se Electric Field Holler si fa risucchiare dalla sua materia.