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Due anni di vita ma arriva il secondo disco per la rock band californiana degli
Hunter & the Dirty Jacks.
Acustico e registrato dal vivo,
Mixed Company & the Midnight Hokum non vede il frontman Hunter Ackerman prendere il grande rock di petto come nel convincente esordio di
Single Barrel ma si ferma, non proprio bloccato, perché scandagliare in profondità l’Americana e il Blues ci vuole ritmo.
Armonica e steel guitars sono oggetti instabili fin da
Back On Shaky Ground e
Bad Bad Bad, Hunter & the Dirty Jacks lavorano sodo a rendere calorosa una strumentazione elettro-acustica su cui intervenire a piacimento tra
Deal e
Old No. 7.
La somma tradizione americana da rivisitare,
Come On in My Kitchen, e ad ascoltare la deliziosa
Alexandria si intuisce che le coordinate acustiche scelte da Mixed Company & the Midnight Hokum è un lusso di chi guarda lontano.
Convincono le ballate bluesy,
Stormy Monday, e le rivisitazioni del loro esordio (
Gotta Keep Moving On, una intensa
Salt Whiskey e
Smoking Gun) stelle che continuano a brillare e s'inseriscono perfettamente all'interno di Mixed Company & the Midnight Hokum.