Esiste la possibilità di localizzare il passato di
Ghost Notes, album inciso nel 2008? Domanda che
Gary Eisenbraun si è posta nell’ultimo anno, certo, basta circoscriverlo in un nuovo spazio da 'scoprire' e 'rivelare' alla sua maniera.
L’idea di rimasterizzare Ghost Notes non è malvagia, aggiunge 5 buovi brani e altri 4 li scova da un lungo passato, brani mai incisi che trovano una degna cornice in Ghost Notes, 20 brani a seguire un percorso circolare, che rimanda al punto di partenza, all’esordio.
La location dell’iniziale
Beckoning Lonely trattiene come un collante le traiettorie alla chitarra in modi enunciativi più diversi (la finta flemma di
Until I Forget You, nascosta nel pianoforte di
My Heart Breaks Differently) in movimenti di andata e ritorno in un ruvido rock, tra pressioni e ripiegamenti alle corde della Gibson.
Traducibili in un cinetico avanzamento, l'ingrediente fondante, e più genuino, di Ghost Notes (si segnalano
I Won't Give It A Thought,
Got Lucky,
Twisting In The Wind) che presenta a distanza di tempo un'impressionante ricchezza di elaborazione, a livello di suono, di focali sul rock, di movimenti alla chitarra (
Legend In Your Own Mind,
The Best Of What I Got o
Too Much Of A Good Thing).
2 ore dove Ghost Notes va continuamente ridiscusso, rinegoziato, e alla fine, riconquistato.