Il Reverendo Peyton continua ad andare controcorrente alla società moderna dove tutti sono intenti a comprare sogni, a consumare emozioni, a cercare la chiave per non essere infelici. Sogni che negano la realtà e ne costruiscono una di artificiale.
‘Slow down and enjoy life’ sembra ribadire
So Delicious, primo disco per la Yazoo Records (nota per lo più ai fans dell’old country blues), dove convivono più dimensioni melodiche: l'azione viene frantumata dal montaggio alternato, e il passato e il presente della
The Reverend Peyton’s Big Damn Band s'interseca agli oggetti di scena (una sferzante slide guitar nell’avvio
Let's Jump a Train, capace di rallentare e donare bellezza a
Hell Naw, o i delicati sapori del Sud che arrivano da
Pot Roast and Kisses dove le radici del country sono pronte a impastarssi al blues del Delta Mississippi in
Dirt).
La mise en scène di So Delicious è buia, oppressiva, popolata di corpi e di parole, scandita da immense e soffocanti digressioni alla lap steel & slide guitar in
Front Porch Trained,
We Live Dangerous e
Raise a Little Hell (vitale l’appoggio della moglie del Reverendo, Breezy, e le percussioni di Ben Bussell).
Se ne sbatte dell'incertezza quotidiana come regola di vita, non tanto in senso morale, quanto come legittimazione esistenziale, un'immagine da rispecchiare nella dolce armonica che accompagna la corale
Scream At the Night e le pregevoli ballate di
Pickin Pawpaws e
You're Not Rich.
Il Reverendo si batte sempre contro l’iniquità sociale di un sistema che spreme i poveri e gli ingenui con un’usura legalizzata, illudendoli di vantaggi inesistenti, lo fa con una penna corrosiva, ironica e irreverente, e una slide guitar irriguardosa.
Piace, come il microcosmo della conclusiva
Music and Friends.
Vale molto.