Il passato contamina il presente e lo assorbe in un unico tempo,
Happy Prisoner: The Bluegrass Session è l’incontro di
Robert Earl Keen con il bluegrass:
“I was working on ‘happy prisoners’, and thinking, ‘I want something that is unique and sounds original.’ But at the same time, I wanted something that reflected how I feel about bluegrass. I love it, so I feel like I'm necessarily a happy prisoner of bluegrass.” Ma è vero anche l'inverso. La splendida rilettura di un classico come
Hot Corn, Cold Corn mostra come il passato subisce la contaminazione del presente che lo modifica, lo trasforma, lo sottomette alla sua luce.
Prodotto da Lloyd Maines, con la figlia Natalie (delle Dixie Chicks) insieme ad altre ‘special guests’ come Lyle Lovett e Peter Rowan, a duettare tra le 20 le canzoni della versione Deluxe.
Brani di Flatt & Scruggs, The Carter Family, Jimmie Rodgers e Richard Thompson, la pennellata di Robert Earl Keen si coglie specialmente nelle pulsazioni di
52 Vincent Black Lightning e nella coda finale di
14 Carat Mind e
Steam Powered Aeroplane, come nelle ballate
East Virginia Blues,
Walls of Time e
Long Black Veil.
E poi quel “
grassy feel made in Texas” che Lyle Lovett aggiunge a
T For Texas, Happy Prisoner: The Bluegrass Session possiede poesia, stile, e una rara coerenza tra la creatività insita nel bluegrass e la forma in cui viene espressa da Robert Earl Keen in una brillante versione di
Wayfaring Stranger (con Natalie Maines).
Acque rischiose quelle di Happy Prisoner: The Bluegrass Session, da annegarci dentro, non per Robert Earl Keen quando si hanno buone idee.