RYAN BINGHAM (Fear and Saturday Night)
Discografia border=Pelle

        

  

  Recensione del  23/01/2015


    

Pace e tranquillità, spazi che non evocano l'istituzione, il fare umano che in essi si svolge.
Ryan Bingham tra le montagne della California, per lasciare da parte il caos che aveva fatto deragliare Tomorrowland, del 2012, alla ricerca di solitudine per rileggere il passato: “Up there, it was totally isolated. No phones, no noise, no lights”, spiega Bingham. “At night the only thing you'd hear is the bugs and the coyotes.”
Fear and Saturday Night guarda alla corporalità, interroga la vita interiore e i diversi aspetti dell'affettività con una sensibilità di sguardo sull'amore come viaggio alla ricerca di risposte esistenziali, entrano nell’intensa ballata inziale di Nobody Knows My Trouble, brano autobiografico, parlando del New Mexico dove è nato, della giovinezza trascorsa in una piccola cittadina del West Texas, a che tipo di genitore diventerà.
Le chitarre divise con Jedd Hughes sono oggetti che sfuggono in Broken Heart Tattoos e la vibrante Top Shelf Drug, con l’armonica a predisporre elementi del passato che danno chiare indicazioni di lettura a Fear and Saturday Night nel viaggio, salvezza o fuga che sia, come nella tradizione della letteratura western degli eroi di frontiera in Island in the Sky.
Ryan Bingham tira fuori con Adventures of You and Me un piccolo arazzo messicano, perfetto, che racchiude al centro un tutto avvolto nella malinconia del tempo, della fisarmonica mariachi, della slide guitar, di disadattati uniti dall’amore per la strada, in giro per la città nella splendida Fear and Saturday Night quando canta “I don't fear nothin' except for myself / So I'm gonna go out there and raise me some hell.”
Ma andando alla deriva senza una vera direzione, poi, a poco a poco, nel viaggio di Fear and Saturday Night prendono senso, e il disco prende una misura tutta sua, una direzione precisa, e diventa sempre più bello, nuovo, ricco di ballate elettro-acustiche che continuano a brillare di luce intensa, generano nuovi percorsi, che permettono di giungere a strati di significato più profondi in Darlin, Gun Fightin' Man, My Diamond Is Too Rough.
Ryan Bingham mette in ordine di energia Snow Falls in June, Radio e Hands of Time, tutti gli elementi della sua poetica, di volta in volta modulandoli sulle corde di una voglia di mettersi alle spalle periodi bui (la morte della madre alcolista e del padre suicida), per spingersi avanti, per dare un nuovo senso alla vita.
Tra spazi della prateria, natura selvaggia (la wilderness) contro civilizzazione intesa come addomesticamento, un vuoto che è pure spazio orizzontale in Fear and Saturday Night.
Se ognuno deve andare dove lo porta il cuore, quello di Ryan Bingham è senza dubbio selvaggio.