RANDY WEEKS (Sold Out at the Cinema)
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  Recensione del  30/06/2004
    

Randy Weeks è un songwriter dalla carriera altalenante e spesso segnata dalla sfortuna, ma assai rispettato tra gli addetti ai lavori del settore roots e Americana. Originario del Minnesota, si è formato artisticamente nella caotica Los Angeles, scena sulla quale si è mosso con lusighieri risultati a partire dai primi anni novanta, alla guida dei Lonesome Strangers. L'esordio solista è avvenuto per l'autorevole Hightone: Madeline del 2000 è passato quasi inosservato, nonostante contenesse Can't Let Go, brano scritto da Randy e che ha avuto l'onore di essere interpretato da Lucinda Williams nel suo capolavoro Car Wheels on Gravel Road. In seguito una forzosa (o spontanea, non è dato sapere) ritirata, che lo ha visto riciclarsi nelle vesti di produttore (tra gli altri per l'amico Ramsay Midwood).
Tornato nella più completa indipendenza, Weeks si è prodigato per la realizzazione di Sold Out at The Cinema, autoprodotto e senza la minima spinta promozionale. Difficile spiegare i motivi dell'indifferenza intorno ad un disco con questo carattere. Passi pure l'assenza delle majors, un fatto quasi scontato, ma possibile che non ci sia una sola etichetta del tanto chiacchierato mondo Americana di sposta a dare credito al signor Randy Weeks? Eppure l'abbondanza, a volte davvero spropositata, del settore, suggerirebbe un altro futuro per questo onesto songwriter e il suo solare folk-rock di squisita fattura.
La lunga pausa di riflessione è stata comunque interrotta da un lavoro realmente gradevole, registrato con la crema della scena roots californiana, amici che si devono essere divertiti un mondo a spalleggiare Randy nelle sue ballate un po' dylaniane, un po' west-coast. Sono della partita, tra gli altri, Don Heffington (batteria, ex Lone Justice), Tony Gilkynson (chitarre, già con Lone Justice e X), Danny McGough (organo, piano ed anche produttore), Kip Boardman (basso) e infine Dave Faragher (John Hiatt, Cracker) e il redivivo Ramsay Midwood ai cori. In definitiva uno schieramento di qualità che assicura esperienza e freschezza invidiabile, per uno dei migliori prodotti che mi sia capitato di ascoltare di recente nel campo del songwriting di stampo tradizionale.
Scivolando dentro un folk-rock dolcemente melodico, intelligente e arrangiato su toni dimessi, a tratti un vero e proprio Io-fi country-rock (Big Man Make The Little Girl Cry, lo swamp-rock con omaggio ai Creedence di Ton of Shame), Randy Weeks mette in fila una manciata di preziose ballate, suonate con mestiere e interpretate con tutta la passione a disposizione, da quelle marcatamente roots e ruspanti (We Go 'Round in Circles, una This is The Last Time che ha il sole della California stampato in fronte) ad altre dal carattere più romantico (Another Sunny Day, What Am I Supposed to Do).
Le inflessioni della voce (Linoleum) e il frizzante drive ritmico (l'ottima Miles Away, con quell'incedere bluesy alla JJ Cale) ricordano parecchio Peter Case, unendo allo stesso tempo spirito rurale e sensibilità pop. Sold Out at the Cinema è un lavoro che merita tutti gli sforzi in più richiesti dalla sua ricerca, nell'attesa magari che qualcuno gli dedichi una ristampa fra qualche anno.