WHITEY MORGAN (Grandpa's Guitar)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  23/01/2015
    

Un disco acustico dedicato a nonno William, scomparso nel 2007, a quel nastro trovato in una scatola polverosa colma di ricordi e canzoni incise in solitudine e nei ritagli di tempo.
Un insieme che riflette in tutte le sue sfaccettature l'embrione da cui ha avuto origine l’honky tonker Whitey Morgan prima dell’avventura con i 78’s (“I picked a couple that he loved and some that have always kept me company in many dark, lonely, motel rooms across this country”).
Ne esce una collezione di ballate cantate col cuore, alcune scritte da Morgan e altre ‘cover songs’ da Waylon Jennings, Merle Haggard, George Jones, Bruce Springsteen e i Rolling Stones.
Il violino e un malinconico country avvolgono la voce calda di Whitey Morgan in You're Still On My Mind e White Dove, procedono parallelamente, scivolano uno vicino all'altro, si superano e si lasciano superare, in un idea di musica rara e poetica.
Splendida Grandpa's Guitar, una nostalgica pedal steel fa breccia nei ricordi di Whitey Morgan, articola nella placida quadratura di spazi casalinghi If You Could Touch Her At All, rompendone gli equilibri e sminuzzando le fondamenta di classici come Just To Satisfy You e le suggestive Highway Patrolman e Dead Flowers, incastrando linee divergenti tra l’ariosa I'll Leave The Bottle At The Bar e la riflessiva Another Wine.
Ma da quell'immaginario da barroom, si spalancano porte e finestre sull’amore in Today I Started Loving You Again e la conclusiva I Know You (cantata da nonno William Morgan).
Una calda felicità che sembra uscita da un olio di Vuillard.