O BARDO E O BANJO (Homepath)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  23/01/2015
    

Wagner Creoruska Jr suona il banjo nelle strade di São Paulo, Brasile, e scopre che l’old time music piace.
Mette insieme una band con il violinista Antonio de Souza, la chiama O Bardo e o Banjo e dopo due Ep (Synergy, 2013 e Lakeside del 2014) arriva l’esordio di Homepath.
Radici Folk e uno spiritato Bluegrass si spargono da Lakeside, instabile, ribollente, quasi in rivolta contro lo scenario di casa, a dare valenza catartica al passato e lanciando il futuro in una direzione sicuramente più consapevole tra banjo, violino, mandolino e le steel guitars di Greasy Coat e BBQ All Day BBQ All Night (si aggrega la strumentale Hangman's Reel), simmetriche e speculari che gli O Bardo e o Banjo riprendono in continuazione, ma variandole.
Rallentata e rarefatta Losing My Mind, più attenzione alla melodia in You Need Some Hope e nella Title-track, ma fatte di accostamenti in parallelo al bluegrass, il tavolo attorno a cui mangia Homepath.
In Music Is My Business e The Fall Of Willie James, gli O Bardo e o Banjo riannodano non pochi fili della tradizione Irlandese e Old Time, a cui restano sempre legati, ma l’armonica che solca la brillante Stepping On The Brake definisce un movimento che sta tra l’attraversamento e l’avvitamento nella periferia rurale americana, insinuando la circolarità del banjo nella direttrice della retta che taglia nettamente il percorso della slide guitar di Go Away.
Un disco non grandissimo, ma segnato da striature d'originalità e percorso da un autentico amore per il Bluegrass.