La band di Cincinnati dei
Buffalo Killers fa gli straordinari dopo il recente
Heavy Reverie e pubblica
Fireball of Sulk.
6 brani a delineare che più che chiudere tetti intendono aprire porte, sollecitare interessi e
Blankets on the Sun apre senza indugio al sole del classic guitar rock, alza cupe maree di passionalità chitarristica che giacciono sotto la sottile patina dei ricordi tra un’ispirata
Weird One e la psichedelia cercata lungo i 6 minuti di
Marshmallow Mouth:
“I was working ‘Weird One’ and recalled a song that I had written 15 years ago, ‘Marshmallow Mouth,’ and resurrected it for this album because they are both reflecting on my youth”, dice il vocalist Zachary Gabbard.
“Only one was written during that time and the other, as a man 15 years older, reflecting on that time period.”Fireball of Sulk ha un movimento ondulatorio costante; più che andare avanti, scivola, rotea a cerchio intorno al rock, rischiando di insabbiarsi, fino a imbrattare i propri lineamenti e a cambiare aspetto tra
Don't Cry to Me,
Something Else e
In a Number, ma i Buffalo Killers sanno come alimentare la scintilla per trasformarlo in qualcosa di memorabile.