JUBAL LEE YOUNG (On A Dark Highway)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  19/11/2014
    

Ha scorrazzato per un paio di anni nel Sud dell’America, contro i bordi di un buco aperto solo ai fuorilegge, in quel foro Jubal Lee Young continua a infilare cartoline e immagini da film western. Parte col piede giusto On A Dark Highway, omaggia le radio texane, “It’s a tribute to the DJs and the Texas radio system in general. I think more so than other states you’ve got more of a fiercely independent segment of stations that are playing great music, whatever they want, and that is a good thing”, bel rock Texas Pirate Radio, ma come delinea l’intro acustico del rozzo honky tonk di The White Trash Song, Jubal Lee Young tratteggia una cartografia sonora stratificatissima, obbediente alle tradizioni di un rock/country selvaggio dove al contrario dei dischi precedenti, le chitarre stavolta le prende di petto (ascoltare Sweet Home Tennessee, deliziosa).
Senza tralasciare lo sviluppo di On A Dark Highway, proliferazione orizzontale delle chitarre e sovrapposizione verticale di linee melodiche languide e sentimentali, fatte agire polifonicamente le une sulle/con le altre tra My Oklahoma, My Kind Of Crazy, Careful With Your Heart e Fearlessly. Armonica e stratocaster riportano a galla una sensazione di solidità, di profondità in Under A Rock In Arkansas, Ghosts Of The Buffalo e la spiritata Texas Girls.
Mix che On A Dark Highway non smette di esprimere neppure nel finale con la dolce She e la preziosa ballata di On A Dark Highway, la cui poetica tende progressivamente a liberarsi di una visione troppo agra dell'esistente (“When you're on a dark highway / Static on the radio / Losing on your mind / And a woman from long ago / Things that might have been / People that walked away / With only the stars left shining / On a dark highway”). Colta di sfuggita dal finestrino di una macchina, intravista con gli occhi di chi è sempre in partenza.