MARK JUNGERS (I’ll See You Again)
Discografia border=Pelle

     

  

  Recensione del  23/07/2014


    

Mark Jungers si dimostra profondo conoscitore della terra in cui vive, e lo esprime sulle direttrici dell’armonica e della steel guitar nel modo in cui irradiano I’ll See You Again, scorrono animate dalla capacità di fondere le visioni d'insieme di paesaggi e personaggi texani senza perdere di vista i dettagli armonici e rincorrendo anche le vedute della pedal steel di Gurf Morlix, bagnate da una luce chiarissima.
Al sesto disco insieme a parte dei the Whistlin’ Mules (Adrian Schoolar, chitarra e dobro, Wes Green al mandolino e Josh Flowers al basso) Mark Jungers coglie un microcosmo di varia umanità illustrato tra presente e passato, alle prese con l’amore, desideri, malinconie, solitudini, sofferenza, riflessioni inesauste e dolci sul senso della vita. Fiorisce in I'll Be Home dove simbolico e reale si danno la mano in un delizioso quadro melodico che colpisce per la facilità con cui da un ambito poetico si trascorre in un piano narrativo, I Don’t Want to Live There e Johnson Farm sono tutte splendide ballate tra folk & americana con il country alla base di un songwriting dove la tematizzazione dello spazio rurale è pronta a essere capovolta nella stridente That's What They Say. Tra Do You Still Care, What About You e Everybody Knows but Me le sillabe si allacciano all’armonica, le parole si uniscono alle chitarre oppure vengono separate da linee di confine, per lasciare spazio a diverse riflessioni, un respiro d’amore in I'll See You Again che si rivaluta in Plywood & Strings dove il protagonista con l’argento di un familiare defunto compra una chitarra.
Nel finale di I’ll See You Again i toni del mandolino di Wes Green tendono a mescolarsi alla realtà di Working Like a Dog, la 'isolano' in maniera naturale e in Wait i dettagli del violino vengono intenzionalmente colorati dalla malinconia, come nei momenti diversi di una giornata, una luce diversa a trasfigurare lo stesso paesaggio, I’ll See You Again. Tempo inventato e 'reale' insieme che scivola lungo il riflesso carezzevole dell’armonica di Ran Out of Tears, rivelatrice di piccoli particolari, attraverso i quali scoprire forma e colore, luce e ombra al femminile che danno rilievo ad I'll See You Again, ma insieme rendono visibile l'interiorità di Mark Jungers.