MATT HILLYER (If These Old Bones Could Talk)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  22/07/2014
    

Matt Hillyer leader della country band di Dallas degli Eleven Hundred Springs debutta come solista “My Grandmother always pushing me to do it”, spiega Hillyer. “She loved Eleven Hundred Springs, but she really wanted me to make something with my name on it. When these songs started to come out in my writing, I really wanted to make this happen.” In If These Old Bones Could Talk si delinea del sano country texano, il risultato di un’amalgama di insegnamenti tradizionali da ‘classic honky tonker’ impastati con soluzione di continuità al passato di Hillyer certo, ma dove si delineano nuove strade.
Registrato con Lloyd Maines e con alcuni ‘Springs’ come Arjuna Contreras alla batteria e Steven Berg al basso, si parte con le improvvisazioni e combinazioni alle corde delle steel guitars intessute di quotidianità, abitano, frequentano e attraversano seppur a risultati alterni If These Old Bones Could Talk, spingono positivamente A Little Less Whiskey e The Price of Love (brano degli Everly Brothers) riuscendo a sbirciare nella splendida Title-track, in It Was Me e in That Crying Time of Night, emozioni e passioni, gioie e dolori, speranze e paure tra le pieghe e le ombre di questo mondo apparentemente impenetrabile.
Matt Hillyer gioca qualche mediazione con l’industria country tra il lacrimevole e appassionato di Home Is Where the Heartbreak Is e I Still Have a Little Falling Left to Go, ma gli garantisce la propria unicità, My Enemy My Heart, una ballata come Dancing With the Moon e le festaiole The Run up Tree e Try Not to Take It so Hard, con tanto di fisarmonica e aria di confine. Matt Hillyer non rinuncia allo statuto degli ‘Springs’ e in If These Old Bones Could Talk si avverte il respiro di un vero countryman.