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Hollywood, dove si vive una vita isterica, tra lavoro (che praticamente non si vede), automobile, telefono, ma c'è sempre il sole a Sunset Boulevard e scotta come il quintetto del frontman e multi-strumentista Hunter Ackerman.
Hunter & The Dirty Jacks pedinano il rock ‘n roll senza farne uno schema fisso, semplicemente seguendo la scia tracciata dalle chitarre, il disincanto di
Rock & Roll Soul conquista come l’armonica di
Jubilee, “
We put a lot of time and effort into everything”, spiega il chitarrista Jon Siembieda.
“
The songs have been written and refined, the recording process was carefully and meticulously managed by us and our producer, Steve Refling, using only the finest analog gear, vintage amps, guitars, etc. If somebody is looking for a real rock and roll record with vintage bluesy undertones, then this is what you have been waiting for.” In effetti il passo svelto di
Doctor Dingo e
Break Me Down aiuta a perdersi nell’energia del rock, quel tanto per amarlo vivamente nei sobbalzi di
Lorraine, e si trova sulla stessa traiettoria delle piacevole ballata di
Salt Whiskey e
Leave The Cap Off The Bottle.
Il cielo di
Single Barrel continua a essere smosso dalla luce del rock e brilla in
Prometheus e
Double Down, si fa strada tra le nuvole del quotidiano che incombono in
Kennel Howl e
Gotta Keep Movin' On, con la pesante cappa elettrica di
Smoking Gun. Bel disco Single Barrel, scommetto che piacerà ai tanti impiegati e operai con una vita familiare disastrosa, in cui pannolini sporchi e affitti da pagare non comprano un matrimonio felice bensì litigi, divorzi, incomprensioni, frustrazioni.