DELTA GENERATORS (Get On The Horse)
Discografia border=Pelle

        

  Recensione del  19/05/2014
    

Terzo disco per i Delta Generators, tempo di allargare i confini del blues, tra segni e accenni dal Mississippi e lampi di visione del rock, ecco che nell’in/stabilità dolce/nervosa delle chitarre sempre intente a sbilanciarsi, l’instancabile linea della voce di Craig Rawding separa campo e fuoricampo di Get on the Horse con interessanti buchi ‘funky soul’. Sfuggono alle intriganti geometrie della cigar box guitar di Charlie O’Neal nell’avvio di Whole Lotta Whiskey, con l’alcol per un vecchio amico che torna alla vita, i Delta Generators ragionano sull’amore e su quanto piatto sia il mondo e su quanto un mondo piatto possa essere ricco di sorprese.
Produce una reazione binaria, disegna la bella cover ed entra nei versi della title track “I’m just a slave to the love you never gave / get on the horse you rode in on and go back home” ma anche disponibilità completa verso nuove seduzioni tra le movenze bollenti di Hot Tickets! e le muscolari Diablo Rock e Spider Bite, ecco la triste contemplazione della vita di questi tempi difficili con una densa rock ballad, It’s Been Hard. Le melodie si accavallano ma sempre funzionali in Get on the Horse, come nella rappresentazione di un mondo ricco di profondità (dal lontano 1889, in Pennsylvania) nella jam alla chitarra nei 7 magnetici minuti di Night Of The Johnstown Flood o con l’armonica su sfondo agreste di Against The Cold o nel vento texano di Doug Sahm nella trascinante Rose For Rosa Lee, lo spazio di Get on the Horse è quello di un crocevia, luogo dove i Delta Generators prendono diverse strade.
Si abbandonano al vagabondaggio melodico, funky dance in Blood Sugar Baby, deliziosa Bulldog Sick Of Rain, ma il desiderio di movimento nasconde sempre un desiderio di inerzia, il desiderio di veder giungere ciò che permane, splendida la limacciosa Home Of The Rustling Chain, nel ricordo di un romanzo di William Faulkner, dalle piantagioni di schiavi nel Sud degli States del 1800. La solenne verità sulle donne nascosta nelle corde della slide guitar di The More I Find Out (The Less I Want To Know) chiude Get on the Horse: “Every time we make love, you call me Fran or Dan or Stan”. D’altronde, il loro concetto di amore è ‘stare bene insieme finché non si trova di meglio’. Donne!