WHISKEY MYERS (Early Morning Shakes)
Discografia border=Pelle

             

  

  Recensione del  23/03/2014


    

È finalmente giunto il momento di fare i conti con una maturazione ormai divenuta necessaria per i Whiskey Myers, il quintetto del vocalist Cody Cannon non rivolge lo sguardo dal basso verso l’alto, a puntare le nuvole che scorrono nell’azzurro del cielo Texano, ma dall’alto in basso, come la lente di un ambizioso entomologo che studia le forme di vita più bizzarre.
Al terzo disco Early Morning Shakes schiaccia la prospettiva delle chitarre di Cody Tate e John Jeffers su un terreno saturo, pregnante del rock Sudista, tempestoso come un affresco di Hieronymus BoschWhen we went in to record, we just had a couple of the songs written all of the way,” dice il bassista Gary Brown. “The rest of it we just created in the studio. We sat in the studio for about three weeks and wrote the songs and put the music together, and went back to cut vocals and tweak it a little and do the final steps.”
È tutto un sospingersi reciproco di spazi e movimenti alle corde delle chitarre, i Whiskey Myers le incastrano efficacemente in Early Morning Shakes e Hard Row to Hoe in una sorta di microcosmo senza perimetri, l’amore inscritto rapidamente nella sfera di Dogwood e Shelter from the Rain è manipolato è reso contiguo alla presenza delle slide guitars che popolano la scena di Early Morning Shakes.
Nella loro ripetizione diventano ipnotiche in Home comunicando la sempre più crescente ricerca di energia, un tempo ristretto e infinito, il frammento malato e contagioso dei Whiskey Myers che trascina con sé Headstone e Where the Sun Don't Shine, campionario di riffs dosati senza parsimonia, non temendo il rischio dell’accumulo, anzi calcando la mano nella splendida jam chitarristica (a quattro mani) della muscolare Wild Baby Shake Me.
Il piano nel finale di Early Morning Shakes incide gli scatti nervosi di Colloquy e della scura Reckoning, i Whiskey Myers cercano di recuperare la memoria di un’altra America, quella muscolare, fiera, morale e tradizionale di anni passati, dove tutto cambia, quelle immagini trasmigrano, si allargano e scuotono nella squillante bellezza di Lightning, vengono rimescolate e spinte oltre il confine texano, sulla base di continui spostamenti in avanti e all’indietro, di infinite ripartenze, legando all’armonica il brano di David Allan Coe (Need a Little Time Off for Bad Behavior).
I Whiskey Myers scelgono le radici rock sudiste, ne fanno l’elemento principale su cui lavorare in Early Morning Shakes, non solo per potenziarlo, quanto per torcerlo, sfibrarlo, rivoltarlo, svuotarlo, ridurlo ai minimi termini. Sparsi ovunque, ma con estrema cura in Early Morning Shakes, i brandelli - dopo 50, bollenti minuti- chiedono sepoltura.