Daylight & Dark affonda le radici nella storia di un uomo e si nutre apertamente delle complessità del suo cuore secondo le relative affinità del country sviluppate brillantemente da
Jason Eady in
AM Country Heaven e sempre con
Kevin Welch a produrre (la terza regia, c’è anche When the Money’s All Gone del 2009), un disco che sa di umanità raccontata senza umanismi, senza solennità, con una sana laicità alcolica, cruda e affettuosa “
‘Daylight And Dark’ was written as a ‘day in the life’ story of a man who is trying to find his way through a bad period of his life”, spiega Jason. “
He is struggling between his intentions during the daytime and his temptations at night. Every morning he wakes up determined to make changes and do the right thing but as evening approaches he starts to give in and lose his way again.”
La chitarra di Richard Bennett e la pedal steel di Fats Kaplin sono talmente piene di traiettorie da ‘ubriacare’, macchiano
Ok Whiskey con una dura realtà che scuote, lì da soli, senza una donna oramai lontana, non resta che bere e arriva la malinconia nelle languide
The Other Side of Abilene e
Temptation.
Jason Eady insieme alla fidanzata, la cantautrice
Courtney Patton (canta e scrive anche 3 brani), disegna un personaggio che attaccato alla bottiglia sale verso il cielo e ridiscende a terra in continuazione, tra honky tonk, redenzione, ballate e alcol, le parole chiave che macchiano come il colore di un fiore
Daylight & Dark, motore narrativo di
One, Two...Many e
We Might Just Miss Each Other con le carezzevoli
Liars & Fools,
Whiskey & You e
Daylight & Dark a scoprire un uomo profondamente tormentato in cui l’intensità romantica del sentimento si accentua nei fraseggi delle steel guitars.
Splendide le ombre elettriche che definiscono lo spazio all’interno del quadro ritagliato in
Lonesome Down and Out. “
With AM County Heaven and now Daylight and Dark, I’ve learned to stop second guessing,” ribadisce Eady. “
Now I understand that I’m a country artist. That’s the music I love, and that’s what I always want to be.” Sorpresa nel finale con la rilettura del brano di Adam Hood,
Late Night Diner e la corale
A Memory Now insieme ad
Hayes Carll e
Even Felker dei
Turnpike Troubadours, ultimi bagliori sul cuore umano che il Manzoni definiva ‘un misterioso guazzabuglio’, davvero misterioso, inquietante, se vogliamo. Un agente del caos, produce certo più disastri che aggiustamenti. Fortunatamente ne vale quasi sempre la pena, anche se poi la vita bisogna tornare a inquadrarla attraverso la trasparenza del vetro di una bottiglia di Whiskey.