NEAL CASAL (Return in Kind)
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  Recensione del  30/06/2004
    

Dopo un periodo abbastanza involuto, un paio di dischi così così con gli Hazy Malaze, Neal Casal torna ad affacciarsi con un'opera interessante, in cui rivede alcune canzoni che hanno segnato il corso della sua vita. Non si tratta di canzoni famose, ma di belle canzoni, di composizioni tratte dai repertori di musicisti sconosciuti ai più o decisamente sconosciuti. Pur non essendo dotato di una voce straordinaria, il musicista del New Jersey non ha mai fatto mistero di avere una buona cultura musicale che annovera tra i suoi eroi musicisti del calibro di Gene Clark, Ronnie Lane, Jesse Winchester, Livingston Taylor, Jesse Colin Young etc.
Neil è uno che ama i minori, i musicisti secondari (anche lui fa parte di questa categoria), musicisti non per questo meno importanti, ma solo sfortunati oppure avversati dalla sorte. Musicisti culto come Gene Clark, che nel corso della propria vita non hanno raccolto un minimo di quello che anno seminato. Neal sta percorrendo la stessa via, vivendo ai margini dello showbiz e non cercando la gloria in nessun modo. Non è certo il modo migliore per farsi notare, ma ognuno è libero di muoversi come meglio crede e Neal, pur con alti (Fade Away Diamond Time e Basement Dreams) e bassi (gli Hazy Malaze, ma anche Rain, Wind and Speed, Field Recordings ed il disco in coppia con Kenny Roby, Black River Sides) prosegue una carriera dignitosa all'insegna della musica d'autore. Proprio in questa ottica pubblica Return in Kind, una sorta di vademecum personale, di songbook interiore, dove rilegge alla sua maniera, accompagnato da pochissimi strumenti (senza basso e batteria, ma c'è una steel, un piano ed altre cose sparse) alcune canzoni che hanno segnato la sua vita.
L'album inizia con una struggente rilettura di Debris (Ronnie Lane) per voce, chitarre e steel guitar. Un canto dolce e disperato che Neal fa vivere a modo suo, dandogli una impronta decisamente personale. Non poteva certo mancare Gene Clark, uno dei suoi eroi, con la classica With Tomorrow, voce e chitarra, cantata in modo molto sentito. La canzone, che appare sul mitico White Llght del 72, è un omaggio accorato e struggente ad uno dei musicisti migliori e meno valutati del secolo appena trascorso. Una bella sorpresa è Too Late dei Consolers. Non conoscevo questo brano, né i Consolers, un duo di colore della Florida specializzato in brani gospel, noto durante gli anni cinquanta e sessanta.
Neal ne da una interpretazione sentita, quasi sofferta, in cui lascia trasparire la bellezza della melodia, pur essendo accompagnato dalla sola chitarra. Anche Be Real, uno dei brani più belli di Doug Sahm, viene rifatta in modo personale, con il cuore, e brilla di luce propria. Canzone già splendida, viene rivista con solo voce e chitarra, ma Casal riesce a entrare nel brano ed a farlo suo, scorporando gli elementi ritmici del suono del Texano. Voce e piano (suonato alla Jeff Black) per It's Not Enough, interpretazione in versione cantautorale di una canzone di Johnny Thunders, composizione che l'ex New York Dolls suonava in ben altra maniera. Miss Direction è una limpida ballata acustica, cantata in modo diretto che il nostro ha preso da un disco sconosciuto del 2001, Sea to Shining Sea dei Love as Laughter.
Una ballata che conferma la felice scelta di Casal che, scavando nelle sue passioni, è andato a trovare piccole gemme sparse nel mare magnum della nostra musica. Lo stesso discorso vale per It Won't Hurt che qualcuno di voi si ricorderà nella interpretazione di Dwight Yoakam. Una ballata toccante che, scorporata della sua essenza country, diventa un love song triste e malinconica, ingentilita dall'uso della steel guitar e cantata da Casal in modo diretto. Portland Water è di Michael Hurley, cantautore bizzarro che continua a produrre dischi, malgrado abbia un seguito minimo. Buona canzone, ma inferiore al resto del disco. Mentre è sorprendente la rilettura di Yellow Kind dei Royal Trux che, da ruvida rock song, diventa una fresca ballata folk, con Neal che declama " I don't like this arrangement…..". Specializzato nel trovare canzoni oscure il nostro estrae dal cilindro una splendida There's a Reward, che chiude nel modo migliore il disco. Si tratta di una canzone acustica, ripresa dal repertorio del musicista reggae Joe Higgs.