Il rocker del Michigan non sdogana il rapporto decennale con i
Cur Dogs anche se decide di incidere con i
Blankety Blanks, in
Twelve R.o.u.n.d.s. Jeff German procede nel far transitare nuovi brani ma riattraversando il territorio, irto e diseguale del passato.
Sit and Think e
Apology With Every Song per decifrare i codici di un rock urbano per quelli che sono, nient’altro che un ondeggiare sui bordi da cui emerge la virtù e l’amore per le chitarre dal suono deciso ma pronte ad aprire all’irruzione dello spazio e del tempo della melodia nella ballata di
Kro-Bide.
Jeff German & the Blankety Blanks si dispongono a lavorare principalmente sul concetto classico del rock ‘n roll in
Before It's Gone e
Doghouse Roses,
Twelve R.o.u.n.d.s. è in continuo transito su questa lunghezza, sospinto verso la necessità di fermarne volti, luoghi, nella effimera perennità delle immagini di una deliziosa armonica che spinge
Long Road To Nowhere.
Un suono diretto, piacevolmente mosso in
Spark in the Dark e
Something to Keep in Mind, la storia a più voci del rock ‘n roll di anni ribelli, in una sorta di patchwork sempre ben colorato dalle chitarre di
Jeff German & the Blankety Blanks anche nel finale di
Fifteen Minutes e
12 Rounds. Quel tanto da poterlo, ancora oggi, leggerlo da più angolazioni.