DRIVE-BY TRUCKERS (English Oceans)
Discografia border=Pelle

        

  Recensione del  23/03/2014
    

Trattare e inquadrare temi e problemi più legati al “sociale” e al quotidiano hanno aiutato Patterson Hood ad abitare orizzonti molto più “reali” e meno fittizi di quanto si potesse credere, sarà che il chitarrista Mike Cooley ne ha scritte 6 di canzoni, ma il 12cesimo disco torna a galleggiare nella memoria del rock sudista tanto cara ai Drive-By Truckers come qualcosa fondamentalmente che incombe costantemente sullo sfondo di English Oceans e che lo abbraccia fino ad ingoiarlo. Illumina Shit Shots Count come una luce artificiale finalmente sovraesposta, contorna la figura riflessiva di When He's Gone e Primer Coat, politica, intorno alla carriera di Lee Atwater di Made Up English Oceans, con conseguente effetto asprigno, abbondano nella splendida Til He's Dead or Rises, focali lunghe al passato dei Truckers che isolano English Oceans dal recente passato, staccandolo con uno sfondo dipinto con tratti singolarmente stilizzati ed essenziali del rock.
Motore propulsore tra lo spunto di un romanzo di Willy Vlautin (leader del gruppo Richmond Fontaine), Pauline Hawkins, e vera vita politica in The Part of Him, un accostamento tra una forma semplice (il brillante uso del banjo) e un contenuto moralmente elevato, caratteristica principale dei Drive-By Truckers che spingono sul rock, vera e propria galassia in movimento in un'altra perla, Hearing Jimmy Loud, dinamica delle forme, lirismo e astrazione Sudista.
Peccato se da quel momento in poi, i contorni di English Oceans sfumino (troppo debole Hanging On) a rompere il deambulare dei corpi elettrici che restano distanti in When Walter Went Crazy e First Air Of Autumn, ma si ritrovano nella coda di Natural Light e tra gli 8 minuti di Grand Canyon (celebrazione di vita on the road e di amici perduti, Craig Lieske, storico membro dei Drive-By Truckers morto lo scorso gennaio). Ma è solo questioni di gusti, perché English Oceans recupera appieno la melodia dal respiro largo, vibrante e caloroso dei loro dischi migliori.