Un viaggio che sembrava di sola andata, un mese in coma per un’infezione al cervello, la lunga riabilitazione in ospedale, diventano le chiavi di volta del secondo disco
Rough Edges, registrato dal vivo in varie locations ma senza abbandonare la Louisiana.
Insieme al fedele compagno David Egan, il delta blues inizia a prendere respiro in
Train, le emozioni si mischiano alla slide guitar, formulano la loro nuova possibilità, un modo di modificare l’asse prospettico su cui considerare eventi recenti da ossificare attraversando il Mississippi,
Third House on the Left e
Honky Tonk.
Buddy Flett racconta nel vortice della slide guitar, ricco di sfumature continue in
Teneha,
Nothin Easy, con una preziosa armonica in
Dance for Me e
Born in Mississippi (Mr. Hubert), a coglierne le complesse dinamiche creative e a svelarne i filamenti misteriosi con l’amore,
First You Cry e
Good to Ya Baby.
La parola sembra un sacrilegio per la strumentale
Lil Martha,
Bad Luck and Trouble non appartiene a mondi diversi e separati, lasciando alla languida ballata di
Sylvie il compito di trasformarlo in spazio senza tempo per condensare
Rough Edges come definizione di uno stato d'animo.