BUDDY FLETT (Rough Edges)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  22/03/2014
    

Un viaggio che sembrava di sola andata, un mese in coma per un’infezione al cervello, la lunga riabilitazione in ospedale, diventano le chiavi di volta del secondo disco Rough Edges, registrato dal vivo in varie locations ma senza abbandonare la Louisiana.
Insieme al fedele compagno David Egan, il delta blues inizia a prendere respiro in Train, le emozioni si mischiano alla slide guitar, formulano la loro nuova possibilità, un modo di modificare l’asse prospettico su cui considerare eventi recenti da ossificare attraversando il Mississippi, Third House on the Left e Honky Tonk. Buddy Flett racconta nel vortice della slide guitar, ricco di sfumature continue in Teneha, Nothin Easy, con una preziosa armonica in Dance for Me e Born in Mississippi (Mr. Hubert), a coglierne le complesse dinamiche creative e a svelarne i filamenti misteriosi con l’amore, First You Cry e Good to Ya Baby.
La parola sembra un sacrilegio per la strumentale Lil Martha, Bad Luck and Trouble non appartiene a mondi diversi e separati, lasciando alla languida ballata di Sylvie il compito di trasformarlo in spazio senza tempo per condensare Rough Edges come definizione di uno stato d'animo.