ROD PICOTT (Hang Your Hopes On A Crooked Nail)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  30/01/2014
    

La struttura di Hang Your Hopes On a Crooked Nail è consapevole della sua materia, Rod Picott continua nel su e giù per le smalltown d’America (stavolta con un nuovo gruppo di musicisti dell’East Nashville) parla di amori per lo più perduti, i tempi difficili di Welding Burns tornano a galla, parte da subito con un incitamento alla seduzione tra Missing Anything e Dreams ma è il banjo e la slide guitar a mettere immediatamente con le spalle al muro i personaggi delle lucenti Bluebonnet e 65 Falcon, danno una valenza ‘politica’ all’amore e alla loro esistenza aiutando a far ‘circolare’ le splendide Where No One Knows My Name e All The Broken Parts.
L’amore appunto, gira e rigira, ricordi paterni Milkweed a Just A Memory che apre al rapporto con la songwriter Amanda Shires e solca il piacevole lamento country di I Might Be Broken NowWe wrote that song when we were breaking up”, dice Rod. “It worked out nicely, but I don't know if there's a future in it as a writing strategy. That's a lot of heartache to get to ten songs. It could take awhile.”
Immagini di whiskey e cowboys che si scontrano con la strampalata e tragicomica Mobile Home, ma la base resta agreste anche per la conclusiva Nobody Knows, la pellicola impolverata che fascia Hang Your Hopes On a Crooked Nail e ne esalta la pastosità delle zone d’ombre.