La struttura di
Hang Your Hopes On a Crooked Nail è consapevole della sua materia,
Rod Picott continua nel su e giù per le
smalltown d’America (stavolta con un nuovo gruppo di musicisti dell’East Nashville) parla di amori per lo più perduti, i tempi difficili di
Welding Burns tornano a galla, parte da subito con un incitamento alla seduzione tra
Missing Anything e
Dreams ma è il banjo e la slide guitar a mettere immediatamente con le spalle al muro i personaggi delle lucenti
Bluebonnet e
65 Falcon, danno una valenza ‘politica’ all’amore e alla loro esistenza aiutando a far ‘circolare’ le splendide
Where No One Knows My Name e
All The Broken Parts.
L’amore appunto, gira e rigira, ricordi paterni
Milkweed a
Just A Memory che apre al rapporto con la songwriter
Amanda Shires e solca il piacevole lamento country di
I Might Be Broken Now “
We wrote that song when we were breaking up”, dice Rod. “
It worked out nicely, but I don't know if there's a future in it as a writing strategy. That's a lot of heartache to get to ten songs. It could take awhile.”
Immagini di whiskey e cowboys che si scontrano con la strampalata e tragicomica
Mobile Home, ma la base resta agreste anche per la conclusiva
Nobody Knows, la pellicola impolverata che fascia
Hang Your Hopes On a Crooked Nail e ne esalta la pastosità delle zone d’ombre.