CHRIS MILLS (The Silver Line)
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  Recensione del  26/02/2004
    

Cantautore di talento, Chris Mills è arrivato al suo quarto disco. Dopo avere esordito nel 1997 con il mini Every Night Fight For Your Life, ha continuato, anno dopo anno, a produrre buona musica. Come confermano Nobody's Favorite, 1998, Kiss it Goodbye, 2000, e queste recentissimo Silver Line. Ma il giovane, figlio di un militare e cresciuto in Usa ed in Germania, ha saputo spostare visibilmente l'asse della sua musica. Se inizialmente ha abbracciato il folk rock, poi ha via via mutato il suo stile in un pop rock essenziale sino a questo nuovo album, più costruito e sofisticato, dove coniuga rock e melodia con un suono che è figlio di provetti architetti come Phil Spector o Harry Nillson.
Quindi nulla a che vedere con la musica roots o con il country. Mills è un cantautore pop, nella più pura essenza del termine, e Silver Line il suo disco più complesso. Certamente Nobody's Favorite o Kiss It Goodbye erano più rock e più facili da consumare, ma le ambiziose costruzioni melodiche di Silver Line depongono a favore dell'autore. Non tutto è perfetto, gli archi in Don't Be Crushed sono troppo zuccherosi ma, d'altro canto, ci sono perfette pop song come Sleeptalking, che ha una costruzione elettrica ardita e stacchi pianistici splendidi. Non è facile fare musica in questo modo, fare canzoni che hanno un senso, creare dei suoni e delle armonie che reggano all'ascolto prolungato: a mio parere Chris ci è riuscito.
Silver Line deve molto anche a Brian Wilson ed a certo pop rock americano d'autore, ma poi a conti fatti è tutta farina del sacco di Mills, visto che nove canzoni su dieci sono sue (l'ultima è del canadese Hawksley Workman) e che, bene o male, funzionano tutte. Il disco mostra e conferma la continua evoluzione dell'autore la sapienza nel metter a punto canzoni che coniugano alla perfezione armonia e intensità. Basta ascoltare l'iniziale The Silver Line, una travolgente pop song dal motivo intrigante, orchestrata al punto giusto e cantata con misura. C'è buona parte della musica pop rock che abbiamo ascoltato negli ultimi trenta anni in questo disco e Mills mostra una misura ed una intelligenza ben oltre la norma. Ci sono anche delle armonie Costelliane, come lo stacco di piano di Sleeptalking (il Costello di Imperiai Bedroom) ma il punto di riferimento (arrangiamenti e orchestrazione) rimane comunque Phil Spector.
Tra i brani mi piacciono molto la fluida e ben strutturata Suicide Note, la gentile I Could Not Stand to See You, quindi Everything is Gonna Be Cool, pianistica e molto romantica e Dry Eye, che ha un arrangiamento semplice ma pieno di idee. Mills ha saputo mutare la sua pelle diventando un ardito costruttore di melodie e Silver Line è il suo biglietto da visita più convincente. Bisogna solo ascoltarlo a lungo e con cura. Se lo merita.