Il chitarrista del Nebraska
Michael Lee Firkins dopo 6 dischi strumentali oltrepassa la prassi del genere, senza eluderne però i codici fondanti della slide guitar e postulandone nuovi, incrocia blues e rock con leggeri aromi country. Lungo silenzio, l’ultimo disco nel 2009, quel
Black Light Sonatas dove tutto è cambiato “
a little bit of old and something new. It’s the project that … elevated me to the next level in my life”.
Yep non scherza, più di 1 ora di chitarre, atmosfere sulfuree destinate a dissolversi da
Golden Oldie Jam con improvvisi squarci deflagranti, improvvisi oscuramenti in
Cajun Boogie e
No More Angry Man, con repentine illuminazioni tra
Standing Ovation e
Long Day. Alle spalle batterista e basso dei
Gov’t Mule,
Yep è un disco ricchissimo, gonfiato dalla slide guitar che sfalda e sfilaccia il rock con il blues di matrice Sudista.
Si sposta volontieri in Mississippi, taglia e apre voragini dentro il buio accecante di
The Cane,
No More Angry Man (Part 2) e
Take Me Back, corre di pari passo con l’enormità dell’occhio di
Michael Lee Firkins sul blues che allunga
Wearin' Black,
Last Call e
Out Of Season con la precisione di un chirurgo, e noi ci facciamo prendere: “
I haven’t really gone full slide guitar on an album before, like I have on this record,” dice Firkins. “
I make music for humans, not just guitar players.”