HARD WORKING AMERICANS (Hard Working Americans)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  29/01/2014
    

Todd Snider solca le onde del passato e solleva una bella scia spumosa col progetto degli Hard Working Americans (partecipano il chitarrista Neal Casal, le tastiere a Chad Staehly e la batteria a Duane Trucks) e spiega: “I wanted to find a name that would poke fun at the people who think that the phrase 'hard working Americans' applies to them and only them”. In un disco di sole covers i rimandi, talvolta fugaci, talvolta ermetici, alla coesione difficilmente reggono per 13 canzoni e 55 minuti, ma il rock riesce a tenerle insieme.
Hard Working Americans è un omaggio sincero, fedele alla ‘poetica’ di Todd Snider: “The thing I like about these songs is that the people who wrote them wrote them for themselves to sing, not for me. I really feel like I've lived these songs, even though my friends wrote them”. Piace il modo in cui attraversano lo spazio del passato, di aver scelto Blackland Farmer del mitico Frankie Miller per iniziare ad intravederne lo sfondo, le chitarre vibrano e gli spostamenti annebbiano Another Train (Will Kimbrough), il suono ci sommerge e ci sorprende qualunque cosa facciamo, soprattutto quando ripesca la bella Down to the Well (Kevin Gordon e Lucinda Williams), al banjo, piano e la slide guitar di The Mountain Song (Kieran Kane) con in più l’armonica dell’eccellente Stomp and Holler (Hayes Carll).
Il tutto si insinua nella nostra percezione e vi produce i propri effetti. Hard Working Americans orchestra una raffinata cortina di soggettive, nelle ballate di Straight to Hell (Drivin' N' Cryin), I Don't Have a Gun (Will Kimbrough e Tommy Womack) e Mr. President, Have Pity on the Working Man (Randy Newman) ai ‘pianosequenza sulle chitarre’ molto più intensi nelle raggianti Welfare Music (The Bottle Rockets) e Run a Mile (Dan Herron e Chuck Mead) dietro alle quali si intravedono sottotesti legati al classic rock. Chiude Wrecking Ball (Gillian Welch) con la lucida leggerezza con cui, alle volte, musica e vita si intrecciano e si illuminano a vicenda. Ma è l’intero Hard Working Americans che proietta se stesso su questo sfondo.