Red Shack Rock si dipana attraverso i tempi dilatati del blues ma per i sudafricani della
Crimson House Blues c’è spazio per un sottile gioco di strappi melodici, si destreggia con efficacia su diversi livelli, Riaan Smit indurisce la voce e spara via note come pallottole di metallo pesante in
Calling To The Wild e poi le fa scontrare con l’armonica e il banjo in
Magic Potion,
The Jam e la deliziosa
Don't Ask Why, “
Red Shack Rock is a special baby, it is our first album that we wrote with the brothers we have in the band now. Along with that, we invited a whole bunch of our local muso friends to leave their mark on the music too. There is a ton of spirit and emotion all perfectly fitted together. As far as new content goes, Red Shack Rock features a couple of new instruments that we didn’t have on Smoke, Dust & Whiskey. There is a violin, a saxophone, actually, two different saxophones! Then there is a saw and an accordion even! The album sounds like a rock album, made with a whole bunch of, but limited to, acoustic instruments, if that makes sense.”
Atomi di blues uniti dal sax in
Aphrodite e le ‘waitsiane’
Valley Below e
Pindrop Circle, inconsapevoli, certo, ma sullo stesso vagone di
Red Shack Rock, sempre in viaggio dentro a un tunnel di cui non si vede l’uscita. Ma le scosse di
Jelly Roll e
Alternative State Of Mind, la splendida slide guitar in
Take Away My Blues per sincoparne il suono, assottigliarlo e imbrigliarlo con paranoide solennità nella splendida chiusura di
Ashes On The Highway. Vibrazioni sonore che giungono al corpo attraverso oscillazioni aeree, attivando un effetto immediato nel sistema vasomotorio somatico, con conseguenti reazioni psicoaffettive. Per i duri di comprendonio,
Red Shack Rock non è per tutti, attenti!