Un giro nel cuore del Mississippi, in un micromondo chiuso nell’inerzia e ripetibilità si apre un buco, la bayou di
Alligator Heart spinge verso la terra di nessuno con atmosfere swamp&bucoliche. Al terzo disco l’organo viene accantonato per lasciare al banjo maggiore spazio e il tedesco singer-songwriters
Alexander von Wieding, innamorato del Delta Blues, trova la ricetta giusta: “
Well Hamburg, so not that far South, in fact further North than me! Yet you wouldn’t know it. My geography is not great, but I am not sure Hamburg is not known for it’s swamps and deltas”.
Una voce stridula entra in gioco da
Banshee W'Me e
Perdition At Dawn e rientra nella vita quotidiana non esattamente per la porta principale, piuttosto per quella sul retro, quella al crepuscolo che divide in due
Aether Bound,
Done No Good e la strumentale
Vines Of Yggdrasil.
Larman Clamor procedono tra dissolvenze agresti, ralenti blues e ancora dissolvenze che non stemperano un lirismo lugubre, artificioso, che non nuoce alla cavernosa bellezza di
Been Cookin' e
Sambucus Nigra.
Si continua a volare a pelo d’acqua, sempre sporche e opache in
She Sent Her Hounds e
I'm Buildin' Ruins, ma con quel banjo in
Crow On A Wagon Wheel, pronto a ridefinire che anche la parola, di fronte all’impatto con
Alligator Clamor, tramonta e perisce.