LARMAN CLAMOR (Alligator Heart)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  04/12/2013
    

Un giro nel cuore del Mississippi, in un micromondo chiuso nell’inerzia e ripetibilità si apre un buco, la bayou di Alligator Heart spinge verso la terra di nessuno con atmosfere swamp&bucoliche. Al terzo disco l’organo viene accantonato per lasciare al banjo maggiore spazio e il tedesco singer-songwriters Alexander von Wieding, innamorato del Delta Blues, trova la ricetta giusta: “Well Hamburg, so not that far South, in fact further North than me! Yet you wouldn’t know it. My geography is not great, but I am not sure Hamburg is not known for it’s swamps and deltas”.
Una voce stridula entra in gioco da Banshee W'Me e Perdition At Dawn e rientra nella vita quotidiana non esattamente per la porta principale, piuttosto per quella sul retro, quella al crepuscolo che divide in due Aether Bound, Done No Good e la strumentale Vines Of Yggdrasil. Larman Clamor procedono tra dissolvenze agresti, ralenti blues e ancora dissolvenze che non stemperano un lirismo lugubre, artificioso, che non nuoce alla cavernosa bellezza di Been Cookin' e Sambucus Nigra.
Si continua a volare a pelo d’acqua, sempre sporche e opache in She Sent Her Hounds e I'm Buildin' Ruins, ma con quel banjo in Crow On A Wagon Wheel, pronto a ridefinire che anche la parola, di fronte all’impatto con Alligator Clamor, tramonta e perisce.