Parla la realtà, la scomparsa dell’amata moglie deborda, straripa, diviene difficile assoggettarla al controllo rigoroso di
My Favorite Picture of You, ma
Guy Clark va oltre ad un disco autobiografico. Arrivato a 72 primavere divide la penna con l’amico
Rodney Crowell e articola la rappresentazione di ricordi, di desideri e speranze di un vecchio
Troubadour partendo da un passato, quello di
Cornmeal Waltz, dove l’unico pensiero era quello di divertirsi e ballare tutta la notte.
Sale insieme al talento del multi-strumentista
Bryn Davies, una serie di piccole gemme acustiche che non emettono una luce particolare, si limitano a modificare, imprimendovi un proprio sigillo, la luce che una sorgente riversa loro addosso, quella della voce di
Guy Clark capace di far riflettere la luce di una foto, della moglie Susanna in
My Favorite Picture of You, per registrare in note il riflesso di una donna alla vista dell’amico
Townes Van Zandt, compagno di bevuta. Una cover di
Lyle Lovett (
Waltzing Fool), una scritta con
Rodney Crowell (
I'll Show Me) splendide come
Hell Bent on a Heartache (Morgane Stapleton al controcanto) e la drammatica
El Coyote, dove i sapori Messicani si colorano della ‘vernice rossa’ della Storia Americana per poi scolorare sotto la spinta della carta vetrata dei tanti conflitti di guerra vittime di
Heroes.
Difficile dimenticare le luci malinconiche di
My Favorite Picture of You, da dove vengono, dove vanno, sono alte, basse, soffuse, tagliate tra folk e country in
Rain in Durango,
The High Price of Inspiration,
The Death of Sis Draper e
Good Advice. Parafrasando
Wittgenstein “
ciò che non si può vedere, non lo si deve filmare”, imparare dal buio, quello che
Guy Clark proietta al passato di
My Favorite Picture of You.
Ad occhi spalancati, chiusi.