KEN MORROW HIRED GUNS (Ken Morrow Hired Guns)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  22/09/2013
    

Ken Morrow con una fedina penale non immacolata (qualche giro in gattabuia) e una dottrina texana (“We say 5 or 5000 you will get the same show and there are a lot of times we don’t get paid. If we only did this for money, then you would see no passion out of us”) è uno di quei songwriter che pre-esiste al tronco della telecaster, al country di Waylon Jennings, ai briganti capitanati da fuorilegge fiancheggiatori del texas rock alla Jackson Taylor. Da qualche anno li fa vorticare in giro per l’Oklahoma con gli Hired Guns, un terzetto con un disco alle spalle (2011, Red Collar Roots) che scava nelle retrovie del mercato indipendente texano, tra le preoccupazioni sociali e politiche infila tra alcol, smoky-bars e chitarre una lucida analisi sul linguaggio dell’uomo. Ne scopre i fantasmi nella ruspante bellezza di Johnny, Jack and Beam, una danza elettrica che ha diversi punti di fuga attraverso i quali Ken Morrow marca e varca il limite del texas country.
Lo spirito selvaggio delle chitarre avvolge le convincenti Honky Tonk Angels e Throw Me Down, inarca la parte più profonda di Can't Let You Go (resta in bilico solo la pianistica Long Kiss, meglio la conclusiva Hey Brother), dove la donna, l’essere più frainteso che esista, causa meditativi rallentamenti dove tutto scorre lungo binari fin troppo saldi al terreno della malinconia, ma assicurano a Ken Morrow Hired Guns deviazioni salvifiche nel crescendo elettrico di Super Man, con scarti inaspettati nel frastagliato splendore di Man That's Lost His Way, Sticks e quell’unica cover, Midnight Rider.
Lodevole il modo in cui rigirano il mito country Kenny Chesney con i cromatismi accesi di un delicato refrain (‘I'd love to kick your ass’) e le luci dirette di un country virile ad appiattire le forme, l’insistenza di un décor figlio dei soldi ‘made in Nashville’. L’ironia non molla mai la bottiglia, un viaggio che ha come unica meta lo smarrimento lungo Tarzan and Jane, dove il portare a perdere subisce una brusco risveglio, improvviso, in When the Sun Goes Down. Alla fine la spremitura dei sentimenti dà un succo saporito e genuino, Ken Morrow Hired Guns è nutriente quanto basta, una boccata d'aria texana per accantonare la realtà e i suoi sgradevoli postumi.