Tre anni in giro per USA ed Europa ma
Eric Brace & Peter Cooper non perdono il valore oggettivo della country music, ne accarezzano quelle corde intrise di dolore e desolazione che hanno bisogno di essere pizzicate.
The Comeback Album si muove tra la prigione di
Johnson City e gli affari pochi chiari di cittadine popolate da vittime e carnefici con una super squadra (spicca il countryman
Marty Stuart,
Fats Kaplin e la steel guitar di
Lloyd Green) non ci troviamo di fronte ad un confetto rosa dal sapore dolciastro, alla ricerca di buoni sentimenti e di una morale fin troppa scontata, la ricca strumentazione e la difformità delle forme del country si aprono dall’avvio di
Ancient History,
Ponzi Scheme e
Thompson Street.
Si spostano dal South Carolina al Tennessee della deliziosa
Johnson City con il cuore fedele al country ma spingendosi oltre tra
Nobody Knows e
Boxcars.
Eric Brace & Peter Cooper comunicano una reale emozione in note, rovesciano il tavolino su cui avevano redatto in passato, con diligente calligrafia (le
Master Sessions e
You Don't Have to Like Them Both).
L’idea di
The Comeback Album è che tutto sia sempre compresente (violino, mandolino, pianoforte, banjo, fisarmonica, steel guitars e armonica) in una rete di melodie che giocano tra loro, la fertile bellezza di
Mad,
Sailor e
Kissing Booth, ritagliate su uno sfondo ancorato alle tradizioni e sempre riattivabile,
She Can't Be Herself,
Carolina e la conclusiva
Rain Just Falls. Tra dolore, falsità, disagio, manifestazioni che il genere umano ricerca, seppure inconsciamente in una freudiana “coazione a ripetere”, in quella insoddisfazione vitale si spinge brillantemente
The Comeback Album.