JASON ISBELL (Southeastern)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  20/09/2013
    

I fantasmi alcolici dei Drive by Truckers sono definitivamente scomparsi, Jason Isbell ha trovato nella violinista Amanda Shires l’immagine ideale dell’amore e quel piccolo spazio dove mutare senza cambiare pelle. Accade anche a Southeastern, senza i the 400 Unit alle spalle ("Well, it was time to do something different," dice Isbell. "A lot of people who I have a lot of respect for their ability to write songs, they wind up making the same record over and over. That's frustrating to me, and I wanted to avoid that. Really, it was Dave Cobb (il produttore, n-d-c). I don't think he had any overarching ideas that didn't go along directly with the nature of the songs.")
Le inquadrature sul reale per Jason Isbell continuano ad essere scure e troppo strette, rimarcano la poetica bellezza di Cover Me Up e Relatively Easy su cui giace un reale ineludibile, è come uno sguardo panoramico a ritroso nel tempo che esalta Stockholm, Yvette e New South Wales. Umanizzato quando penetra tra le tenebre di Live Oak, Traveling Alone, Different Day ed Elephant, illuminazioni interiori per lo più acustiche di una tale, sfolgorante bellezza, da obnubilare quel po’ di rock isolato tra Flying Over Water, Super 8 e nel cambio di ritmo di Songs That She Sang in the Shower.
Una bellezza fredda in un fitto e complesso gioco di sguardi incrociati e concorrenti tra rock e ballate, in virtù delle quali scomporre ed analizzare i meccanismi e le dinamiche di Southeastern.