Un passato burrascoso, poco edificante per
Jackson Delaney dopo una carriera ‘sfuggita di mano’ nel Baseball a Southington, Ohio (colpa della spalla) “
Just considering that’s all I had done for my entire life, that was brutal”, spiega Delaney. “
I was mad and sad and went through some depression. Finally, I just got to a point where I was like either I’m going to stay miserable or I’m going to pick it up and get on with it”. Tutto cambia a Cleveland, sul primo palco, sale con la chitarra tra le mani, proiezione di un country singer che diventa 4 anni dopo un’immagine fisica a Nashville (“
When I arrived in Nashville, I stopped to have a beer. I’ve been playing that pub now for four years!”)
Jackson Delaney nell’universo country sceglie di stare dalla parte della tradizione, di
Waylon Jennings o dell’ultimo
Jamey Johnson, opta per 6 brani da unire alle parole dei songwriters
Dave Gibson, Gary Hannan, Eddie Montgomery, Phil O’Donnell, Chris Wallin e il talentuoso
Ray Scott, con la retorica, la sincerità e la profondità dei sentimenti di un vero countryman capace di esprimersi in parole semplici e toccanti nel seducente avvio di
Long Black Cadillac.
Come l’eroe Western,
Jackson Delaney aspira, in profondità, a una completa oggettivizzazione, lo scardinamento temporale con il sound radiofonico di Nashville permette a
Ugly, Lucky & Me e alla muscolare
Shotgun Wedding di indagare e di approfondire le radici nervose dell’
outlaw country in un contesto letteramente nuovo (ruvida la telecaster, possente la batteria mentre il banjo incornicia il tutto) l’intro di
Freedom (Never Goes Out of Style) è una bella sorpresa prima di dare alla ‘baracca’ quello scossone che un brano country ha diritto, come minimo, di attendersi quando si lascia la casa (Nashville) per vivere alcuni giorni nell’altrove filmico della periferia.
È lo scenario scelto da
Jackson Delaney, magico e saltellante nella delicatezza bucolica di
You Make Me Wanna prima di lievitare nella conclusiva bellezza di
The Good Drugs e non è quello che pensate. Si parla della vita, di stati d’animo in grado di spingere quel tanto che basta per lasciarti riscaldare dalle passioni. E le fasi transitorie sono spesso le più feconde, chiedere a
Jackson Delaney!