HOUNDMOUTH (From the Hills Below the City)
Discografia border=parole del Pelle

        

  Recensione del  25/07/2013
    

Il refrain di On the Road è uno di quelli che rimangono sempre più in là della parola (dell’idea che ne stai facendo mentre Matt Myers e Katie Toupin cantano “I’m going down where nobody knows me”), in quel carico metaforico della strada si sviluppa l’esordio del quartetto degli Houndmouth. Rilasciano in Come On, Illinois e Ludlow forza e mistero del rock anni ‘70, non tappano le aperture di senso al contemporaneo, ma costringono From the Hills Below the City in direzioni obbligate.
Con le tastiere di Penitentiary / Halfway to Hardinsburg e la slide guitar di Houston Train, si lasciano andare ad un vagabondaggio melodico acqueo, elettrico ma leggero e malinconico nella conclusiva Palmyra, riuscendo a costruire un disco assolutamente particolare, dove l’emozione prende a ondate, come in Krampus, aiutata dallo splendido lavoro alla chitarra nella vibrante Casino (Bad Things) e nella corale bellezza di Hey Rose e Long As You're at Home.
In questo senso la cura targata anni ’70 non è semplice ‘calligrafia estetizzante’, ma geometria di un rock nitido, essenziale nel modo in cui gli Houndmouth ne colgono il fantasma che le abita in Comin' Round Again. Si sovrappongono ad essa come un guanto senza mai perdere parte del suo brio, contenendola e mantenendo una vitalità pur sempre rara nel piatto mercato discografico contemporaneo.