STATESBORO REVUE (Ramble On Privilege Creek)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  23/05/2013
    

Texas al Tennessee alla California e ritorno, in questi anni i fratelli Mann hanno lavorato su un ripensamento radicale del suono di Different Kind Of Light, sul concetto di ‘tema generatore’ del blues, trattandolo nella sua doppia valenza per Ramble on Privilege Creek, da una parte come snodo melodico, capace di dare voce e visibilità alla storia del Mississippi, dall’altra, come principio generativo, atto appunto a generare, a dar vita a un vero e proprio processo creativo attraverso la strumentazione acustica (mandolino, lap steel e violino).
This album is extremely broad in subject matter and style, in musicality and production, and I couldn’t be happier about it”, dice Stewart Mann. “I’ve always strived to create a sound that doesn’t try to reinvent the wheel; merely merge the little idiosyncrasies of all my influences and shape them in a manner that might someday be looked upon as my own unique sound. I think this record is as close as I have ever been to accomplishing that goal.”
Un concentrato di rock&soul sudista è presente nelle prime due tracce, Fade My Shade of Black e Huck Finn, attraverso stratificazioni culturali, assumendo il fiume, il Mississippi, come elemento amniotico ma anche luogo di filtraggio a risaltare il lavoro alle chitarre del fratello Garrett (Til I Leave e Another Day in Rome) mentre Stewart spinge sulla voce in Cold November.
Ma vi appartengono entrambi in modo solo intermittente, starvi, tornarvi, viverci, convincono Half Mile to Lincoln, Love Run Easy e Live a Little, dove le misure melodiche ai Statesboro Revue talvolta vanno strette, ma come i sarti non sbagliano, piuttosto seguono l’onda, texana, nel country di Lil' Mary's Last Stand e Isabella.
Un’onda fluttuante che chiude il cerchio tra la meditativa Wildflower e l'ardente bellezza di Hands on the Sun, a ribadire che ai Statesboro Revue non interessa trovare la soluzione di ripiego più giusta ma invece quella di tenere l’ascoltatore sul filo di una curiosità meravigliata che trova le giuste risposte in Ramble on Privilege Creek.